Il senso dei Percorsi Sensoriali

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Da più parti si sente parlare di “Percorsi Sensoriali” descrivendo texture, superfici etc… con cui i bambini possono venire a contatto per abituarsi all’ambiente e riuscire a gestire o sviluppare delle abilità non ancora sviluppate. Stimoli tattili per mani, piedi, occhi, orecchie, olfatto e gusto.   In realtà tutto l’ambiente è un “percorso sensoriale” già autoorganizzato anche per offrire proprio stimoli sensoriali. La vita è TUTTA una esperienza sensoriale, noi viviamo immersi nella sensorialità. Quindi occorre capire il senso delle proposte progettuali di “percorsi sensoriali, terapeuticamente parlando, educativamente parlando, poichè non esiste alcuna esperienza possibile al di fuori dei sensi. Forse la sua ragion d’essere è di renderci consapevoli che i bambini hanno bisogno di non essere privati di stimoli sensoriali per crescere, perchè per loro e per chi ha difficoltà di sviluppo, sono importanti come il bere il mangiare etc. Sono cioè vitali ed indispensabili e il luogo elettivo è… ovunque in qualunque momento, laddove un genitore riesce a comprendere pienamente la loro importanza.

Esempi di percorsi sensoriali:

* Porto mia figlia al mare, c’è la sabbia asciutta dove affonda i piedi, la sabbia bagnata, dura… l’acqua alle caviglie: questo è un percorso sensoriale. Quando andate al mare con vostra figlia e state camminando, correndo con lei, giocando nella sabbia, con l’acqua, facendo i castelli… Questo è un percorso sensoriale

* Siete con vostro figlio in un bosco, camminate scalzi tra le foglie, o con le scarpe, tra le foglie secche, poi camminate sui sassi, vi arrampicate un po con le mani, toccate la terra, gli alberi, sentite il rumore, toccate la corteccia rugosa ma anche le differenti foglie, C’è un ruscello vi fermare a toccare l’acqua o a berla, o ci giocate, o potete farci il bagno: state andando a fare una passeggiata nel bosco con vostro figlio. Questo è un percorso sensoriale.

* In cucina preparando il pane, ci aiuta ad impastare, ma ci aiuta davvero.

* In bagno giochiamo con l’aqua più calda più fredda, schizzata, a scorrimento,  o per immersione

Quindi:

“un percorso sensoriale è qualunque attività vostro figlio compie, in movimento e nel pieno coinvolgimento di tutte le sue sensorialità, come in un concerto”

“qualche cosa che io posso fare, laddove sono impegnati tutti i miei sensi in modo fisiologico e naturale: tatto, olfatto, gusto, vista, udito”. Quella è una esperienza sensoriale.

Tutto cio’ che è fatto seguendo queste regole spontanee è un percorso sensoriale. Il percorso sensoriale che sia realtmente sviluppativo necessita di situazioni reali, vere. Un percorso sensoriale coinvolge tutti i sensi. Tutti, nessuno escluso. Ascoltare musica da uno strumento di riproduzione non è un percorso sensoriale integro, ascoltare i suoni della natura prodotti da chi li sta producendo in originale e non da registrazione, questo è un percorso sensoriale: il suono del vento che incontra gli alberi, e le foglie che si agitano tra loro mentre un uccellino canta il richiamo per un suo simile… e i nostri passi sulle foglie secche: questi sono suoni attraverso un percorso sensoriale. Se registri i suoni e li senti a casa… hai escluso l’olfatto del suono, la vista di chi produce il suono… Spero di rendere l’idea.

” Se sei un genitore con pochi mezzi economici, usa l’intelligenza e la saggezza: la natura ha tutti i percorsi sensoriali di cui tuo figlio necessita: lago, montagna, fiume, bosco, sabbia, scogli, prato, ghiaietta, colline, strade fangose… sono tutte palestre efficientissime e gratuite. Non solo gratuite ma complete. Portalo tutti i giorni e non avrai necessità di fare “terapie sensoriali”. La natura provvede a te e a tuo figlio, gratis. Quindi non sentirti infelice o impotente. Se non abiti nelle dolomiti o in trentino… ingegnati a trovare un percorso che puoi fare con tuo figlio: va bene anche il parco in città, va bene anche farti ospitare da un vivaista, se non hai mare, cerca i laghi, cerca i fiumi, se ti serve acqua. Non fermarti agli ostacoli: cerca immediatamente una nuova via d’uscita dal posto di blocco: lo sviluppo è lì”

Tuttavia non sempre puoi, puoi comunque delegare. Possono esserci educatori e strutture che si attivano, al posto tuo, per far fare a tuo figlio delle esperienze sensoriali fisiologiche. E’ possibile che ci siano altri bambini e che i terapisti, o istruttori, o le educatrici siano simpaticissimi e pieni di vitalità… allora ben venga  se usufruiamo di queste “mani” e di queste “strutture dedicate”. Scegli con cura a chi affidare tuo figlio: scegli persone e strutture dove tuo figlio si trova palesemente a suo agio e gioiosamente (e non perchè usano strategie manipolatorie da “do ut des”).

Qualche giorno fa ho conosciuto una educatrice e specializzata in pet terapy. Lavora presso un centro che si occupa di persone con problemi di sviluppo a vario titolo. Mi raccontava, entusiasta, di una esperienza fatta da poco, con le  ragazze che segue. Racconta:

” Cosa c’è di meglio che uscire in giardino? Gli educatori hanno organizzato diverse attività in parco bellissimo, grande, con tanti alberi, fiori, le galline…

Questa mattina abbiamo fatto il percorso sensoriale: ogni ragazzo toglie le scarpe e cammina a piedi nudi sul prato. Le mie ragazze si tolgono le scarpe alla velocità della luce… Hanno un ritardo mentale medio-grave, una di loro ha tratti autistici ed è ipercinetica.

(voglio ricordare che la stessa identica cosa i nostri figli possono farla a casa, togliendosi le scarpe, nel nostro giardino di casa, in quello di nonna, nel parchetto…. non serve portarli in un centro di riabilitazione per farlo, se poi a casa… no. Perchè no?)

Le ho chiesto, mentre chiacchieravamo in chat, quale era il suo piu’ primitivo ricordo di esperienza sensoriale nella natura:

    …avevo circa 6 anni ed ero in colonia in montagna. Era il giorno che i genitori potevano venire a trovare i bambini. Per me era un giorno speciale, mamma e papà mi hanno portata a fare un pic nic in pineta. Per terra su una coperta abbiamo mangiato panini. Sento ancora il profumo dei pini e la risata di mia mamma.

Sembra strano, ma questo ricordo, del mangiare a terra, con l’odore dei pini, dell’erba, del sottobosco, il sole e l’aria di serenità, è comune a moltissimi bambini e legato sempre a qualcosa di massima bellezza.

Facciamolo, fatelo spesso, con i vostri bimbi. Concedetevi con abbondanza questo lusso che non ha prezzo e non ha uguali per efficacia nel procurare benessere e sviluppo. A volte i soldi ci portano in posti sbagliati, dove i nostri figli diventano infelici o intrattabili, oppure saranno da tenere quasi al guinzaglio… Sotto i pini, in un bordo lago, in un prato o in un pianoro possono avere la libertà di muoversi senza quel vincolo disorganizzante che è la mano, purtroppo spesso necessaria, del genitore: nella natura potete concedervi il lusso di una buona qualità di interazione sensoriale e sociale. I gruppi che praticano la natura hanno un animo più pacifico e mite e sovente allegro.

La Natura come stimolatrice di sviluppo attraverso i sensi sta trovando negli ultimi anni la sua degna presa di attenzione, anche presso il mondo accademico e scientifico. Gli studi ci sono, non importa che siano in generale o legati ad alcune specifiche patologie o condizioni. Noi non abbiamo affatto bisogno che uno studio scientifico ci dica che la natura fa bene: fa bene. Fa bene a prescindere: è un’esperienza talmente evidente, talmente forte e vigorosa.                     Nuni 10.7.2013

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Author: Nuni Burgio
Ciao, mi chiamo Nuni, ho 57 anni e se debbo descrivermi, la mia mente si svuota e non so cosa scrivere. E’ uno dei tanti fastidi di uno sviluppo incompleto, ma chi se ne frega: a 57 anni puoi sempre dire che si tratta di vecchitudine incipiente...