Ravanare nel passato e i falsi ricordi

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La Psicologia è fuori dubbio una materia attraente. Ci attrae soprattutto perchè sembra avere in mano le chiavi che possono far dissolvere le nostre sofferenze. Ci spalanca tuttavia strade che partono per qualunque direzione possibile. La mente, in situazioni di fragilità emotiva, può restarne intrappolata come in un labirinto entropico.  Vi propongo un articolo e una psicologa che ha dedicato la sua vita al fenomeno dei “falsi ricordi”. Non è un tema banale, in questi nostri tempi in cui le “interferenze” sulle nostre certezze e sui nostri ricordi, sono diventate un bombardamento costante, ineludibile. Vi propongo il succo di una  ricerca scientifica in cui è stato dimostrato che, in particolari circostanze, è possibile innestare, rimuovere, cambiare i nostri ricordi o loro dettagli, talvolta determinanti.
Mi sono posta un problema esistenziale nel pubblicare questo argomento all’interno di fisiosviluppo.it, poichè, se è possibile, in talune circostanze, manipolare i ricordi senza che l’individuo possa rendersene conto, questo dimostrerebbe che potremmo trovarci a non avere fiducia nei nostri ricordi o nei ricordi delle persone a noi vicine. Il focus mi si è spostato quindi sulla necessità di avere più consapevolezza di ciò che può accadere alla nostra mente, e questo è pienamente “un tassello di fisiosviluppo”
Leggendo l’articolo, alcune riflessioni sono sorte. Ad esempio mi sono chiesta: ok… è possibile che qualcuno possa alterare i nostri ricordi, ma deve esserci un intervento esterno, qualcuno che deliberatamente (consapevolmente o meno che sia), ci porti fuori strada. Allora penso a quanto spesso, “insinuatori appassionati” possano decidere di scavare dentro di noi spostando dettagli e percezioni dei nostri vissuti. Oppure penso a come una manipolazione mediatica può spostare i nostri ricordi su chi siamo e cosa vogliamo nella vita. L’articolo l’ho trovato sfuggente, perchè apre le porte ad ogni possibile lettura e adatto a validare tesi persino contrapposte.
Tuttavia una riflessione pratica, concreta si è eretta tra tante: stiamo attenti a chi, in una nostra situazione di vulnerabilità/fiducia emotiva può introdurre/instillare/innestare variabili che possono distorcere il senso degli eventi o di taluni eventi della vostra vita, compresa la nostra percezione di chi siamo.
Un esempio fra tutti è quello di alcuni psico xyz, o coach o facilitatori, terapysti xyz, maestri olistici, spirituali, sciamanici, yogisti che, oltre alla sacrosanta tecnica di cui si occupano – e contestualmente – decidono di sollevare veli su argomenti “cavalli di battaglia” tipo: “non sei stata amata” “è stato abuso e non te ne sei resa conto” “ti sfruttava ma eri fragile” “nessuno ha creduto in te” “in realtà ti hanno tarpato le ali”  “non hai mai liberato il tuo potenziale” “sei prigioniera/o della tua corazza” “padre/madre assente” “sei un essere di luce” “cerca la tua natura più profonda” “non eri voluta/o” . So di amiche che piangono ogni lacrima, anime rese fragili e smarrite, incapaci di prendere posizione, abbracciando scelte non loro, abbracciando emozioni non loro… e ricordi non loro.
Consideriamolo: può accadere che si pianga e si vada in crisi più per la domanda spiazzante che per un presunto ricordo risvegliato (e che potrebbe non corrisponde a realtà, o per lo meno non così per come viene insinuato o nel contesto in cui viene insinuato).
L’articolo è uno spunto per considerare che la mente va amorevolmente tutelata anche da chi può farne il bello e il cattivo tempo. Amici, genitori, amori, professionisti, maestri, guide spirituali, facilitatori o guru-coach che siano.  [Nuni]

 

LA FORMAZIONE DI FALSI RICORDI

Elizabeth F. Loftus, PhD;  Jaqueline Pickrell, BA – Dipartimento di Psicologia – Box 351525  – Università di Washington  Seattle, Washington 98195-1525 – Loftus, EF & Pickrell, JE (1995) La formazione di falsi ricordi. Annali psichiatrici, 25, 720-725.

Per la maggior parte di questo secolo, gli psicologi sperimentali si sono interessati a come e perché la memoria fallisce. I ricordi non esistono in uno spazio vuoto [ma in un ambiente in perenne evoluzione (ndr)]. Piuttosto, si interrompono continuamente a vicenda, attraverso un meccanismo che chiamiamo “interferenza”. Letteralmente migliaia di studi hanno documentato come i nostri ricordi possono essere interrotti [possono subire interferenze(ndr)] con [altre(ndr)] situazioni che abbiamo vissuto in precedenza o in seguito (interferenza proattiva e retroattiva). Dopo aver ricevuto nuove informazioni in qualche modo fuorvianti, le persone commettono errori quando segnalano cosa hanno visto. Le nuove informazioni post-evento vengono spesso incorporate nel ricordo, integrando o alterandolo, a volte in modi drammatici [anche snaturandone il senso (ndr)]. Nuove informazioni ci possono invadere, come un cavallo di Troia, proprio perché non rileviamo la loro influenza [viviamo in uno stato di inconsapevolezza il ricordo che viene sollecitato o integrato con informazioni aggiuntive non rispondenti alla realtà (ndr)].

La maggior parte della ricerca sperimentale sulla distorsione della memoria ha comportato tentativi deliberati di modificare la memoria per un evento realmente vissuto. Una questione importante è se sia possibile impiantare un intero falso ricordo per qualcosa che non è mai successo. Parecchi anni fa è stato concepito un metodo per esplorare questo problema e il risultato dello studio è stata una conferma che si, è possibile farlo. Da un caso di ricordo impiantato su un ragazzo (essersi perso in un centro commerciale) la ricerca è passata allo studio di 24 soggetti [una serie di ricordi di eventi accaduti nell’infanzia, unita ad un evento inventato, ma sostenuto da un familiare che è stato istruito nel farlo. Man mano che lo studio andava avanti, i falsi ricordi diventavano sempre più nitidi e gli intervistati a fatica sono riusciti a capire la falsità del ricordo (ndr)].

Questi risultati rivelano che le persone, dopo aver ricevuto alcuni suggerimenti, possono essere indotte a credere che interi eventi siano accaduti loro. Non stiamo facendo affermazioni sulla percentuale di persone che potrebbero essere fuorviate in questo modo, stiamo solo fornendo una prova di esistenza del fenomeno della formazione di falsi ricordi e di come, alcuni di loro, ci hanno mostrato con quale fervore si sono aggrappati ai loro falsi ricordi anche dopo il debriefing [nonostante l’evidenza delle smentite (ndr)]. Quasi due decenni di ricerche sulla distorsione della memoria non lasciano dubbi sul fatto che la memoria possa essere alterata tramite suggerimento. Le persone possono essere portate a ricordare il loro passato in modi diversi, e possono anche essere portate a ricordare interi eventi che non sono mai realmente accaduti a loro. Quando si verificano questi tipi di distorsioni, le persone hanno fiducia nei loro ricordi distorti o falsi, e spesso continuano a descrivere le pseudomemorie in modo molto dettagliato.

 

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Author: Nuni Burgio
Ciao, mi chiamo Nuni, ho 57 anni e se debbo descrivermi, la mia mente si svuota e non so cosa scrivere. E’ uno dei tanti fastidi di uno sviluppo incompleto, ma chi se ne frega: a 57 anni puoi sempre dire che si tratta di vecchitudine incipiente...