Riflessi: perché “di Sviluppo”?

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Tra l’affermazione: mio figlio è autistico!* e la richiesta: come posso aiutarlo?** non c’è qualcosa che assomigli neppur vagamente ad una risposta diretta. Non è di quelle domande lineari tipo: trovami l’area del triangolo (base x altezza, diviso due).  C’è un processo di comprensione per tappe, sensate e rispettose dei principi evolutivi. Scendendo all’interno di questa comprensione, capitomboliamo direttamente ai piedi dei “Riflessi di Sviluppo”, come Alice nella tana del Bianconiglio, in una immagine evocata da Morpheus per Neo, nella trilogia di Matrix (a volte i film, le fiabe, i miti, le leggende sanno mostrarci più efficacemente le dinamiche reali). È li che troviamo le basi di partenza per cominciare a capire cosa sta succedendo ai suoi comportamenti.
Non parlo di Autismo? Non parlo di comportamento? Non parlo di stereotipie? No. Quella è la facciata… è la parte visibile di un processo che non si vede: il funzionamento delle nostre abilità. Tutte le nostre abilità ci vengono “regalate” dal processo di integrazione dei riflessi di sviluppo quando questo va “sufficientemente” a buon fine. È cosi. È neurofisiologia, non sono teorie. Chiaramente viviamo in un ambiente che ci stimola: stimolo e sviluppo delle abilità non sono processi separabili. Sempre “non separabile” dai processi di Sviluppo è tutta la Sensorialità, che cammina a braccetto con i Riflessi. Ma di questo ci occuperemo in un altro capitolo.

  • *o asperger, down, adhd, dislessico, discalculico, oppositivo, iperattivo, con sindromi genetiche, ipotonico, maldestro, ritardato…
  • ** ma la domanda vale anche se le difficoltà riguardano noi stessi

Facciamo un passo alla volta.

I Riflessi di Sviluppo sono tali, cioè di “Sviluppo”, poiché quando vengono “fisiologicamente integrati” (ma non esistono modi non fisiologici di integrazione, l’altra modalità è corticale e si chiama “strategia corticale di sopravvivenza al riflesso”) gli stessi processi di integrazione producono la connettomizzazione di differenti aree del cervello e questa connettomizzazione è ciò che consente alle abilità culturali di potersi esprimere come fisiologia vuole: “spontaneamente”.

Occupiamoci di capire cosa sono questi riflessi:

Per sommi capi vediamo alcuni dei Riflessi di Sviluppo che hanno maggiore impatto su di noi (o sui nostri figli o studenti), sul nostro comportamento, sulla nostra resa scolastica e lavorativa, sulle nostre relazioni.
Possiamo individuare delle macro-categorie:

  • Riflessi di sopravvivenza: durano tutta la vita e servono a proteggerci – chiudiamo gli occhi al vento polveroso, starnutiamo al pepe, ritraiamo la mano al fuoco, increspiamo la pelle al freddo, vomitiamo al cibo guasto, tossiamo al muco. Talvolta qualcuno può risultare poco reattivo o assente e noi diciamo “non ho i riflessi pronti”. Ricordiamoci che è possibile far si che diventino più “pronti” (ovvero quando stiamo bene, mangiamo bene, riposiamo bene, lavoriamo bene, amiamo bene), o meno pronti (ovvero sotto effetto di sostanze psicotrope come alcol e droghe, quando stiamo male, se siamo stremati) o assenti (incidenti, danni neurologici).
  • Riflessi Intrauterini: servono a differenziare le regioni del nostro corpo, creare i primi movimenti e le interconnessioni necessarie alla nostra nascita ed attivazione al mondo (a 5 settimane ci ritraiamo al tocco, restiamo in paralisi come risposta alla retrazione, reagiamo alla paralisi scalciando – traducendo, stiamo creando le prime connessioni nel cervello). Solo alcuni verranno integrati in utero, tutti gli altri sono i riflessi primitivi che ci preparano già in grembo al nostro debutto al mondo. 
  • Riflessi Primitivi:  Abilitano a tutti gli schemi di sopravvivenza automatici alla nascita e ci forniscono un equipaggiamento di basilare sopravvivenza al mondo: ci spingono a suzionare, girarci, entrare in possesso del corpo… (spalanchiamo le braccia e le mani ed emettiamo il primo urlo al mondo, serriamo le mani saldamente, ci giriamo verso il capezzolo appena la guancia viene sollecitata, estendiamo un braccio se ruotiamo la testa… e cosi via). Ultimato il loro VITALE lavoro, verranno integrati dal cervello per trasformarsi in azioni volontarie del bambino. Se il processo di integrazione resta in attesa di essere ultimato, alcune abilità come parlare, scrivere, leggere o far di conti, relazionarci, avere degli obbiettivi e saperli raggiungere, difenderci, etc… risultano deboli, assenti o disfunzionanti. Anche in questo caso è possibile agire, nella quotidianità familiare, in modo che il loro lavoro venga portato a termine, cioè vengano integrati secondo le leggi che li governano. Possiamo ostacolarne il lavoro, interferendo, ma possiamo anche dar loro una mano se, per qualunque motivo al mondo si fermano o vanno a rilento o hanno smarrito la retta via.
  • Riflessi Posturali: servono per tutta la vita, fornendoci schemi maturi per il cammino, la corsa, il sostegno della testa, lo schema funzionale nel movimento sulla terra e in acqua: ci consegnano un corpo abile, funzionante e fiorito nella sua libertà. Anche per loro vale quanto detto sopra.

Il libro “matrice” dove leggere i riflessi di sviluppo nelle sue dinamiche ed implicazioni appartiene ad INPP: 
Sally Goddard: Riflessi, comportamento, apprendimento.
Cercatelo, acquistatelo e con pazienza leggetelo. È la “Bibbia” dei Riflessi di Sviluppo, la fonte “integra” che può darvi la visione completa sull’argomento. Non ci dilunghiamo a descriverli uno per uno.
Nei siti alcuni professionisti in varie discipline, dal 2016 in poi (anno in cui INPP Italia ha tradotto e pubblicato questo libro) l’argomento fa capolino. Dopo decenni di informazione e lo sforzo immane per trasmetterla quanto più “pura” possibile, ci rendiamo conto che siamo riusciti a sdoganare l’argomento. Speriamo di riuscire a farlo anche in voi genitori, (poichè in realtà vi appartiene), che questa comprensione dei meccanismi riflessi possa produrre in voi una visione più serena e pacificata degli inciampi di crescita che la vita, vostro malgrado, vi ha messo in mano come patata bollente e, s-o-p-r-a-t-t-u-t-t-o che vi faccia da sprono per FARE FARE FARE, poichè le abilità(zioni) avvengono nel movimento.
 

Per un Programma di Sviluppo dei Riflessi specifico per te o per il tuo bambino puoi rivolgerti ad uno dei professionisti INPP, presenti nell’elenco degli INPP Licentiates nazionali o internazionali. Ogni Professionista INPP Licentiate possiede le sue specifiche competenze professionali entro le quali inserisce la Formazione/Supervisione INPP ricevuta e che utilizza nel rispetto del Codice Etico Internazionale degli INPP Licentiates.

Nuni Burgio, INPP Lic.

Leggi l’Articolo precedente a questo: Riflessi di Sviluppo

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Author: Nuni Burgio
Ciao, mi chiamo Nuni, ho 57 anni e se debbo descrivermi, la mia mente si svuota e non so cosa scrivere. E’ uno dei tanti fastidi di uno sviluppo incompleto, ma chi se ne frega: a 57 anni puoi sempre dire che si tratta di vecchitudine incipiente...