Niente previsioni sui bimbi

Condividi: Facebook

Mia figlia diventerà un’artista! Lei è portata per la matematica! Questo bambino danzerà alla Scala! Quando nostro figlio “da piccolo” manifesta “più abilità di quanta ci si aspetta dalla sua età” sta semplicemente misurando e muovendo il mondo intorno a sè in relazione a sè stesso, in qualche area che in quel momento ha necessità di espandere fino ai massimi confini che “lui” desidera. La sua propriocezione – evidentemente – ha raggiunto un tale livello, che è già straripata dalla sua dimensione fisica al mondo. Raggiunta la mata, normalmente molla tutto per una altra passione…. Essendo un passo bellissimo, noi ci vediamo “un futuro brillante e già definito” ma è solo vita che si sta consapevolizzando nel modo che gli è proprio: inseguire il coniglio bianco fino alla sua tana in una vertigine di integrazione. Tutto questo è un processo bellissimo già da così! E’ molto piu’ bello che semplice “saper fare”. E’ la conoscenza pura che vuol essere padrona dei suoi stessi principi. Ho sempre il timore che un genitore possa guardare i processi spontanei di integrazione culturale del figlio e vederci “cose” e condizionarlo inconsapevolmente e con amore, scambiando per eterno ciò che invece, possibilmente, è solo un momento. Sperimentando tutto senza essere indirizzato e rinforzato nella scelta, ogni figlio saprà trovare le sua strada, la sua appartenenza al mondo, la sua individuazione personale. Se lasciato in pace. Se non condizionato, se nessuno traccia per lui una strada che spontaneamente non avrebbe mai scelto. Tutto questo diventa ancora più vero quando si parla di individuo con delicatezze di sviluppo: apparteniamo all’esistenza. Per questo suggerisco, per quanto sia possibile, di non forzare previsioni. (Nuni Burgio) 14.11.2013

[Grazie di cuore per la lettura. Se trovi utile questo articolo e pensi che possa essere utile anche ad altri, condividilo]
Author: Nuni Burgio
Ciao, mi chiamo Nuni, ho 57 anni e se debbo descrivermi, la mia mente si svuota e non so cosa scrivere. E’ uno dei tanti fastidi di uno sviluppo incompleto, ma chi se ne frega: a 57 anni puoi sempre dire che si tratta di vecchitudine incipiente...